Scuola Shiatsu IRTE

Ma che senso ha la primavera?

di Gianni Toselli

Facciamo così….ci facciamo un giro insieme nel nostro universo sensoriale ed ognuno si fa una propria
opinione.

Materiale necessario:
✔ noi stessi
✔ la consapevolezza di avere almeno 5 sensi
✔ una giornata di primavera in tutte le sue 24 ore
✔ una buona dose di curiosità
✔ la pazienza di andare oltre le prossime poche ma diabetiche righe

Se avete tutto pronto facciamo l’esperimento, proprio ora al mio uno… due… tre!

Ecco, apriamo le finestre, facciamo un respiro profondo ed accogliamo i profumi dolci e vivi della natura,
osserviamo i colori così brillanti come non ricordavamo forse da settembre (era il 15 o il 18 che faceva
quel caldo fuori stagione?), ascoltiamo il cinguettio degli uccellini coinvolti nelle danze di
corteggiamento: insomma uno scenario da pubblicità di un integratore vitaminico che promette
fantasmagoriche prestazioni, in opposizione agli strascichi di un letargico e pesante inverno.

Quindi ditemi: “la sceneggiatura bucolica descrive proprio quello che state sperimentando oppure siete
tra quelli che, aperta la finestra sentono una fastidiosa puzza di smog, che magari stimola starnuti e tosse,
mentre notate che il colore grigio topo del palazzo di fronte ha preso marcate sfumature verdastre che con
la maggiore luminosità del periodo si notano meglio?”

Gli uccellini staranno sicuramente cinguettando sull’albero qui di fronte, ma il rumore del bus copre tutto,
tanto che vi perdete anche lo squillo del telefono.
Insomma, drammatica o meno che sia la situazione, questa è già un’indicazione di quanto talvolta
l’ambiente in cui viviamo non coincida proprio esattamente con l’ambiente naturale e già questo merita
una ragionata rispetto agli stili di vita che conduciamo.

Indicativo poi che nella cultura orientale la primavera rappresenti simbolicamente ed anche
realisticamente la messa in pratica dell’azione, il passaggio dalla stantìa, ma introspettiva profondità
dell’inverno, a tutte le possibilità di azione e di socializzazione che la stagione stessa offre.

Torniamo all’esperimento dove, ognuno a modo proprio, ha esplorato l’olfatto, l’udito, la vista, ma il gusto
dove lo mettiamo?
Io un’idea ce l’avrei, se lo mettessimo nel gusto della vita, nel godere ed assaporare un periodo che
coincide anche con il risveglio della natura? Una proposta indicativa di una percezione del vivere dove i
sensi assumono un significato ed una potenza anche interni, sul piano psicologico ed emotivo.
Ve l’ho buttata lì come spunto perché mi affascinano le espressioni dove le emozioni trovano un
corrispettivo naturale nella nostra viva carne.

Si va dal “ti amo con tutto il mio cuore” al “mi sento un morso di tristezza al petto” e via così…

Comunque, per rimanere pragmatici, l’aspetto sensoriale vero e proprio del gusto in primavera non lo
trascurerei del tutto, non mi dite che un’insalatina cresciuta sotto il sole di aprile ha lo stesso sapore di una
cresciuta contro la sua natura a dicembre.
Ora è il momento del tatto e qui c’è tanta, ma tanta roba, dalla sensazione del vento primaverile sulla pelle
(lo so, idem come prima, sono abbastanza melenso, ma sono quelle frasi che fanno presa) all’entrare
in contatto con gli altri, dunque la socialità’, lo stare insieme, l’entrare in relazione.

Se poi ci mettessimo anche il tatto interno, voi come lo usereste?
Per tutte le risposte del tipo “boh”, “che dici?”, “solito fulminato da discipline orientali” facciamo questo
nuovo esperimento, ovvero che ognuno di noi, magari quando sta da solo, chiude gli occhi e percepisce su
di sé l’effetto della primavera, utilizzando come strumento di ascolto i sensi.
Ma non bastano solo quelli, cerchiamo anche di percepire il nostro umore, lo stato d’animo, tutte le
emozioni che viviamo.
Non so se questi ultimi aspetti percettivi li possiamo chiamare sensi, ma sicuramente dipendono anche da
cosa ci portano i 5 sensi fisici e nello stesso modo uno stato d’animo gradevole è capace di rendere
ugualmente gradevole, o almeno non così fastidioso, anche il rumore del bus di cui prima.

Che la vostra stagione preferita sia o meno la primavera, l’esperimento continuo che possiamo portare
avanti è questo, muoverci consapevolmente in tutto l’universo delle sensazioni a scoprire che siamo un
indissolubile fantastico frullato di corpo-emozioni-sensazioni.

Suggerimenti
1) Se “sentite” il cambio di stagione non siete malati, ma possedete una naturale e sana meteoropatia,
siamo fatti così quindi non cercate di opporvi, fatichereste per niente.
2) Se questa sensazione è eccessiva, fate qualcosa di non tossico per voi e per l’universo (camminate,
state con le persone che vi fanno stare bene, valutate se è il caso di compiere dei lussuriosi godevoli
peccati, nel caso vi faccio assolvere da un mio amico)
3) Se nelle ventose giornate di primavera vi sentite irritabili, o lo sono le persone attorno a voi, leggete il
punto 2
4) Se vi sentite stanchi dormite, al risveglio leggete il punto 2
5) Se vi stanno tutti sulle scatole state da soli, o in compagnia secondo quanto proposto, come al solito, al
punto due
6) Se avete voglia di crema di nocciole spalmabile comprate la migliore, non le imitazioni
7) Se state bene ditelo agli altri che poi, in fondo, basta poco…

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