di Arianna Cioverchia
Ammiro l’acqua e il suo grande fascino, la sua grazia, la sua impalpabile presenza. E’ poetica. E’ immensa. Penso alla sua profondità, al suo scorrere, al suo star ferma, al suo cambiare pur essendo se stessa. Alle sue mille sfaccettature, forme, qualità e quantità.
La mia mente immaginativa crea delle visioni, per comprendere, così fin da piccola, non sono mai riuscita a capire se non “vedendo” in uno spazio irreale, immaginativo e fantastico.
Anche l’acqua ha il suo luogo magico e visibile in me: mi appare – in origine- come una sorgente in una giornata dall’aria frizzante e fresca, è un gioiello prezioso d’immenso valore, dalla bellezza intoccabile e incomprensibile. Poi va, e scorre lungo i percorsi trovati o che crea, avanzando, fluendo, proseguendo o scendendo. Scopre il mondo e lo attraversa: a volte va in profondità, in altri momenti è in superficie. Oppure si ferma, si accumula e nutre la natura, partecipando alla crescita e allo sviluppo.
Comunque prosegue, in ogni luogo e in ogni momento, comportandosi e manifestandosi a seconda di quel che c’è, prendendo la forma di quello di cui c’è bisogno in quel momento. Un mare, un lago, un fiume, un bacino, un ruscello, un torrente, una cascata, uno tsunami…
Avete mai pensato alla sua ecletticità? Al suo potere? E’ indispensabile per la vita, tutta, e può essere devastante per la natura stessa, essere umano compreso.
Può stare in un contenitore, può essere quieta – se tutto intorno lo è -, come può essere impetuosa e devastante.
Può essere limpida, come quando scende dalle montagne innevate, dalla sua sorgente; torbida se la terra è con lei, può trasportare con la sua forza tutto quel che trova. O accompagnare delicatamente.
Non so se esiste in Natura qualcosa di più forte e debole, quieto e impetuoso, senza forma e con tutte le forme possibili. E’ decisamente un mistero.
Cosa c’è di più simile a lei?
L’uomo.
Proviamo a cercare le affinità, reali, fisiche nonché sottili.
Fisiologicamente l’uomo è composto dal 60% (circa) d’acqua, così ci dice la scienza umana.
L’essere umano si comporta e manifesta come lei: a seconda dell’età, del luogo, del momento della vita in cui è, è versatile e trasformabile, ha forti capacità di adattamento che utilizza per continuare il suo percorso, va nel mondo portando se stesso e quel che incontra.
Può fare dell’infinito bene come dell’immenso male.
Tutte queste riflessioni mi fanno realizzare quanto l’acqua sia importante per l’essere umano, perché tanti discorsi sull’acqua, perché il mondo attuale – basato ahimè solo sull’economia – si sta interessando a lei.
Ma c’è qualcosa di non solo visibile e vitale in lei.
Infatti, banalmente, senza bere non possiamo vivere se non per pochi giorni, i popoli che non hanno acqua non possono esserci, possono avere la terra dove “stare” ma senza l’acqua la vita non può esistere. Per nessuno in questo Mondo.
Abbiamo bisogno dell’acqua (come dell’aria) per vivere, sia noi che la Natura con cui condividiamo il Mondo sopra cui i nostri piedi camminano.
E’ veramente strana l’acqua: sta in un bicchiere e noi la beviamo per vivere e, contemporaneamente, può assumere la forma di un’onda violenta che distrugge le nostre case. In mezzo, tutte le sfaccettature del suo esistere. Come l’uomo.
Posso, ora, capire perché è nata la ricorrenza del 22 marzo, intitolata la “Giornata Mondiale dell’Acqua”.
Comprendo la necessità di parlarne, far emergere le problematiche oggettive e utili alla sopravvivenza dell’uomo e delle sue attività, ponendo l’attenzione, certamente, al rispetto ed all’etica del suo utilizzo.
Mi piace, anche e molto, non dimenticare ed andare verso pensieri e riflessioni che toccano aspetti più sottili dell’acqua (e dell’uomo).
Come – ad esempio – ci insegnano le lontane Medicine Classiche Cinesi.
Le Antiche Medicine Cinesi parlano dell’Acqua come di un movimento energetico alla base dell’essere umano. Corrisponde alla struttura, all’essenza, alla profondità dell’uomo. Da lei si parte e da lei si ritorna, ogni volta, dopo ogni esperienza, dopo ogni pezzettino di vita trascorsa, portando con sé nuove consapevolezze, nel continuo scorrere della vita. Un continuo ciclare, come l’acqua, appunto.
Questa presenza la troviamo in tutte le epoche e le società, anche nella nostra antica cultura mediterranea viene riconosciuta come fonte di vita e non solo come concetto indispensabile al puro esistere dell’uomo, ma anche stimolo per la cultura, la conoscenza, l’illuminazione poetica.
I poeti, già, coloro che toccano i nostri cuori e ci conducono alle emozioni, anche loro si sono espressi, hanno trovato nell’acqua ispirazione e desiderio di parlarne, comporre frasi, poemi, canzoni, melodie.
Come, il bellissimo scritto, “I frammenti di Eraclito”:
Dalla terra nasce l’acqua
dall’acqua nasce l’anima…
E’ fiume, è mare, è lago, stagno,
ghiaccio e quant’altro…
è dolce, salata, salmastra,
è luogo presso cui ci si ferma e
su cui si viaggia,
è piacere e paura,
nemica ed amica,
è confine ed infinito,
è cambiamento e immutabilità,
ricordo ed oblio.
Quindi dico: grazie cara acqua.