Scuola Shiatsu IRTE

L’Udito: ascoltare oltre il suono.

di Elena Franchi.

Curiosità e connessioni secondo la Filosofia Orientale.

L’udito è il nostro ponte silenzioso con il mondo. Ci permette di catturare parole, musica, suoni della natura, ma anche di percepire ciò che non si vede. In Medicina Tradizionale Cinese, l’udito è strettamente connesso al movimento energetico dell’Acqua, l’elemento che ci guida nella profondità dell’essere, raccogliendo, tesaurizzando e cristallizzando esperienze, proprio come l’oceano accoglie ogni goccia di pioggia.

Ma cosa succede se custodiamo l’udito da una prospettiva più ampia, oltre la funzione fisica dell’orecchio? Cosa può insegnarci sulla nostra energia, sul nostro stato interiore e persino sulla nostra capacità di affrontare la vita?

Ascoltare non è solo sentire.

Nella visione orientale, l’udito è legato ai reni e alla vescica, che collaborano insieme nel mantenere l’equilibrio dei liquidi e delle energie nel corpo. Se i reni sono forti, in armonia l’udito è chiaro, la mente è lucida e siamo in grado di “sentire” oltre le parole, cogliendo l’essenza di ciò che ci circonda. Al contrario, una debolezza energetica può manifestarsi con acufeni, calo dell’udito e difficoltà a concentrarsi e a livello psichico, emotivo l’ansia, la paura sotto varie sfumature

Ecco perché nelle discipline come lo Shiatsu e la Medicina Cinese si dice che l’udito non è solo una capacità fisica, ma un riflesso della nostra vitalità interiore. Se ci sentiamo spesso stanchi, distratti o sopraffatti dal rumore del mondo, chiediamoci: come sta la mia energia profonda?

Il centro della volontà e l’energia ancestrale.

Secondo la tradizione orientale, tra l’ombelico e il pube, nella zona di Hara, si trova il nostro serbatoio di energia ancestrale, il “quantum” vitale che ci portiamo dietro per tutta la vita. Questa riserva energetica è la base della nostra forza di volontà, della nostra resistenza e capacità di affrontare le sfide, la nostra spinta volitiva.

Un dettaglio affascinante riguarda l’antico rito del Seppuku (o Harakiri), il suicidio rituale dei samurai. Il colpo mortale venne inferto proprio in questa zona, non solo per una questione fisica, ma perché si riteneva che lì risiedesse il fulcro della vita e dell’onore. Un samurai, colpendo l’Hara, dimostrava il totale controllo sul proprio destino, il massimo atto di volontà e coraggio.

Oggi, senza gesti estremi, possiamo rafforzare questa energia vitale con pratiche come:

  • Respirazione consapevole: tecniche come la respirazione addominale profonda aiutano a radicare l’energia nell’Hara.
  • Meditazione su Hara: visualizzare una luce calda in questa zona aiuta a ricaricare la nostra volontà.
  • Esercizi fisici mirati: pratiche come il Qi Gong, Dozen, lo Shiatsu e alcune arti marziali lavorano per rafforzare questo centro energetico.

Il suono dell’Acqua: quiete, memoria e profondità.

L’Acqua è l’elemento più yin, associato alla notte, al riposo, all’inverno e alla memoria. Il nostro corpo è per il 70% acqua, proprio come il pianeta, e il suono si propaga meglio nei liquidi.

Forse per questo l’acqua ci calma, ci aiuta a raccoglierci e ad ascoltarci. Il rumore del mare, il gocciolio di una sorgente, la pioggia che batte sul tetto… sono suoni che ci riportano a una dimensione più profonda. Non a caso, in molte culture l’Acqua è legata alla saggezza e all’anzianità: è l’elemento che raccoglie, conserva e tramanda le informazioni.

Un’acqua limpida riflette ciò che la circonda. Un’acqua torbida, invece, nasconde. Lo stesso vale per la nostra mente: se siamo inondati da pensieri confusi e ansie, possiamo provare a svuotare la mente e affinare l’udito interiore.

Udito ed emozioni: la paura che amplifica i suoni.

Sapevi che la paura è l’emozione collegata all’elemento Acqua? Quando siamo spaventati, tratteniamo il respiro e la nostra percezione uditiva si amplifica. In uno stato di allerta, il corpo “accende” i sensi per proteggerci.

Questo spiega perché alcuni disturbi dell’udito, come gli acufeni o l’ipersensibilità ai suoni, possono essere collegati a periodi di stress o paura. Allo stesso modo, chi ha un’energia dell’Acqua forte tende ad essere resiliente e capace di “ascoltare oltre”, sia nel senso uditivo che in quello intuitivo.

Curiosità: perché il sale e l’udito sono connessi?

Il sapore associato ai reni e all’Acqua è il salato. E non è un caso: il nostro orecchio interno è immerso in un fluido salino, indispensabile per l’equilibrio e la percezione dei suoni.

Un consumo eccessivo di sale, però, può favorire la ritenzione idrica e influire sulla pressione interna dell’orecchio, aumentando il rischio di vertigini o acufeni. Equilibrio è la parola chiave: proprio come l’Acqua in natura, la nostra energia deve fluire senza stagnare né disperdersi.

Ritrovare l’equilibrio attraverso l’udito.

Come possiamo prenderci cura dell’udito e, al tempo stesso, riequilibrare l’energia dell’Acqua?

  • Ascolta il silenzio: il silenzio non è assenza di suono, ma un’opportunità per percepire ciò che spesso sfugge. Ritagliarsi momenti senza rumori artificiali aiuta a riequilibrare l’energia dei reni.
  • Respira profondamente: i reni “catturano” l’energia del respiro. Una respirazione profonda, lenta e regolare aiuta a rafforzare la loro funzione.
  • Acqua in movimento: camminare vicino a corsi d’acqua, nuotare o semplicemente ascoltare il rumore dell’acqua che scorre può aiutare a riequilibrare l’energia dell’Acqua nel corpo.
  • Massaggio auricolare: stimolare delicatamente i padiglioni auricolari migliora la circolazione energetica dell’orecchio e dei reni. In alcune pratiche olistiche, massaggiare i lobi aiuta a rafforzare l’intero organismo.
  • Attenzione all’alimentazione: cibi naturalmente salati (come alghe, semi e brodi di ossa) nutrono i reni senza sovraccaricarli.

Conclusione: impariamo ad ascoltarci.

L’udito è molto più di una funzione fisica: è un ponte tra il mondo esterno e il nostro
mondo interiore. Ascoltare bene significa sentire oltre il rumore, cogliere le
sfumature, lasciare fluire le emozioni senza restare bloccati.
E tu? Quando è stata l’ultima volta che hai ascoltato davvero il suono del silenzio?