di Federico Bevione
L’Inverno di Vivaldi, dal ciclo Le Quattro Stagioni, cattura perfettamente l’essenza della stagione fredda.
Gli archi tremolanti evocano il vento gelido, mentre i passaggi rapidi richiamano tempeste e brividi. Nelle sezioni più lente, emerge una quiete malinconica, simboleggiando la natura silenziosa e contemplativa dell’inverno.
Se pensiamo all’inverno ed ai suoi paesaggi brulli, freddi e ghiacciati, la natura ci consiglia, con la sua manifestazione, di rallentare per donare maggior spazio al riposo e alla profonda introspezione. Osserviamo gli animali che nelle loro tane dormono tranquilli attendendo il momento migliore per far capolino fuori e ritornare ad esplorare il mondo e i loro amici; i semi caduti giacciono ora tranquilli nella terra, e nella loro apparente immobilità, sono semplicemente in attesa del momento migliore per germogliare e dar vita alla loro trasformazione; anche alcuni uomini, magari contadini legati ancora alle tradizioni e al ciclo naturale delle stagioni, approfittano dell’accorciarsi delle giornate e del freddo pungente per lasciar risposare le loro terre e rallentare nel loro lavoro, recuperando forze e tempo da dedicare a loro stessi in attesa della primavera che li richiamerà nuovamente con tutta la loro forza e produttività.
E noi?
Immersi in questo mondo in cui ci viene richiesto di essere costantemente produttivi, attivi, sorridenti e sempre “sul pezzo” abbiamo tempo di fermarci o ci ritroviamo spesso a cercare di “resistere” all’inverno piuttosto che assecondarlo?
Nella nostra cultura occidentale il concetto di “riposo” viene spesso percepito come “tempo perso”, e questo porta molti di noi a vivere senza concedersi il tempo per rigenerarsi.
Un esempio è quello di Sara, 38 anni, madre di una splendida figlia di 5 anni, moglie e manager per conto di un’azienda multinazionale di consulenza IT. Le sue giornate iniziano alle 5.30 del mattino e finiscono sovente alle 2.00 di notte senza pause reali. Sara è una persona forte, determinata, ma negli ultimi due anni si sente sempre più esausta, nervosa, instabile emotivamente, e sempre più insicura di sé sul lavoro. Ogni mattina si sveglia con la sua lista infinita di cose da fare: ad es. portare la bambina a scuola sperando che non si ammali nuovamente, gestire le scadenze urgenti sul lavoro e quel cliente cinese che si lamenta che il servizio fornito è pessimo, dedicare del tempo al marito che a volte si sente trascurato (e forse lo è), declinare l’invito dell’amica che le chiede di uscire per una serata di chiacchiere. La sua vita è un continuo susseguirsi di impegni, problemi da risolvere, rinunce. Non c’è tempo per fermarsi. O almeno così Sara crede.
Il suo corpo però inizia a segnalare a Sara che la sua energia vitale ha bisogno di lei, così a volte insorge un forte mal di schiena alla base delle lombari, mal di testa che dal centro della testa si irradia a tutta la calotta, male alle orecchie, dolori ai denti, vertigini. Nonostante i segnali del suo corpo, Sara stringe i denti e continua a “dare colpi di reni” di qua e di là, non dormendo bene, saltando i pasti ed ignorando i suoi bisogni.
La mancanza di riposo e di tempo per se stessa sta portando Sara ad uno stato di esaurimento. E con il sopraggiungere dell’inverno, del freddo e delle poche ore di luce, i suoi stati di malessere aumentano e svegliarsi al mattino è sempre più difficile.
Secondo le medicine tradizionali cinesi (MTC) Sara sta vivendo un momento di disequilibrio del suo sistema energetico, in particolare sembra che sia l’elemento dell’Acqua quello maggiormente sollecitato e sottopressione.
In questi casi per ripristinare l’equilibrio, l’unica soluzione è fermarsi e dedicare del tempo per prendersi cura di sé, comprendendo che se ci prendiamo cura della nostra Acqua, ci prendiamo cura della nostra Vitalità, della nostra Vita. L’elemento dell’Acqua governa, secondo le medicine tradizionali cinesi (MTC), i reni, la vescica, il nostro apparato scheletrico, il nostro midollo, il nostro cervello, la nostra struttura. Nei reni è conservata l’essenza vitale (Jiing), la radice della nostra forza e resistenza ed ogni volta che dobbiamo resistere a situazioni stressogene, viene richiesto uno sforzo ai nostri reni.
Per comprendere meglio l’importanza del prendersi cura della nostra Acqua, paragoniamo i nostri reni, serbatoio della nostra essenza vitale, ad un motore. Dopo aver corso una lunga gara il nostro motore ha bisogno di fermarsi per raffreddarsi, oliarsi, riempirsi di benzina, altrimenti c’è il rischio che quando rimettiamo in moto la macchina, questa non abbia abbastanza energia per riaccendersi e rimettersi a correre.
Allo stesso modo, anche noi, dobbiamo prenderci cura del nostro elemento Acqua, nutrendo il nostro Jing e rafforzando la nostra energia vitale. Come? Il riposo, la riflessione, l’ascolto di noi stessi, una sana alimentazione e corretta idratazione sono fondamentali per preparare il corpo e lo spirito a risvegliarsi con tutte le energie pronte per trasformare ogni giornata in una grande opportunità.
E come disse Laozi: “In ogni cosa c’è un momento di fermo, un momento di riflessione.” Prendiamoci quindi questo momento di riflessione, di fermo, quando anche la natura ci accompagna a farlo. Buon inverno!