di Federico Bevione.
Il mondo odierno è caratterizzato da un ritmo di vita frenetico e dalla logica del
profitto che sovente fa sì che sia il denaro a dettare le nostre priorità di vita, i nostri
bisogni, confondendoci e allontanandoci da noi stessi e gli altri. Sempre per il
profitto anche le relazioni umane si sono spostate da relazioni fisiche a relazioni
sempre più virtuali, utopistiche e prive del calore generato da un contatto visivo,
uditivo e tattile. Questo rischia di impoverire la nostra esistenza, il nostro vivere
quotidiano creando dentro di noi vuoto, senso di solitudine, affaticamento,
frustrazione ed eterna insoddisfazione della nostra vita e del mondo che ci
circonda.
In questo contesto, la gentilezza emerge come un atto rivoluzionario, un atto di
luce ed armonizzazione del proprio ben-essere interiore e del ben-essere di chi ci
sta attorno.
Lao Tzu diceva “La gentilezza nelle parole crea confidenza; la gentilezza nel
pensiero crea profondità; la gentilezza nel dare crea amore.”
Lao ci ricorda che la gentilezza non è fatta di grandi gesti memorabili, imprese
eroiche ma bensì di atti semplici, come un sorriso, una parola di conforto, un atto
di altruismo spontaneo, una carezza. Questi semplici gesti non sono sterili, ma
creano e rafforzano legami, nutrendo il cuore.
La gentilezza, con il suo potere trasformativo è alla base dell’amorevolezza e della
creazione di un ambiente motivante e positivo. Per rendere concrete queste
parole immergiamo nell’esperienza di una giornata di lavoro. Siamo stanchi,
affaticati e sommersi dal lavoro. Il nostro stato d’animo è frustrato o ansioso. Un
nostro collega si avvicina e con fare delicato appoggia accanto alla nostra
mano, sulla scrivania, un caffè caldo e corroborante. Poi con un sorriso ci dice
“Per te, ho pensato che ne avessi bisogno!”. Quel semplice atto cosa muove in
noi? Ecco che solleviamo il volto, rimandiamo il sorriso ricevuto e restiamo anche
un po’ sorpresi. Per un attimo la nostra attenzione si stacca dal vortice di
negatività, riemerge e ci sentiamo apprezzati e accuditi. Non stiamo meglio? E
quel nostro collega, guardiamolo, è gioioso nell’averci donato qualcosa.
La gentilezza parte dal cuore e nutre il cuore. È manifestazione del potenziale
amore che abbiamo dentro di noi verso il mondo. Per coltivarla dobbiamo
imparare ad essere gentili con noi stessi, a non giudicarci troppo severamente, a
perdonarci e a guardarci con compassione, creando spazio nel nostro cuore
affinché possiamo osservare il mondo con occhi amorevoli e compassionevoli.
Permettendo così alla nostra empatia di connettersi all’esterno e comprendere
l’altro nella sua intimità, nei suoi bisogni. Questo ci permetterà di muovere piccoli
passi verso gli altri e senza aspettarci nulla, ma avendo fiducia in noi stessi e nel
mondo stesso.
Secondo le antiche medicine tradizionali cinesi, la gentilezza è una manifestazione
dell’energia di Fuoco. Questo elemento governa l’empatia, la parola, il contatto.
Ci permette di connetterci all’altro e all’universo come se fossimo una cosa sola,
comprendendo l’altro ed il mondo senza che venga proferita parola. Il fuoco
irradia il proprio calore, la propria luminosità, proprio come un gesto di gentilezza.
Se compiamo un atto gentile nutriamo il nostro fuoco interiore, alimentando
un’energia positiva che si espande dentro e fuori di noi. In questo senso, essere
gentili significa vivere in armonia con il flusso naturale dell’energia vitale.
Ma come si può coltivare gentilezza? Ci sono molti approcci, uno tra questi, che
merita particolare attenzione, è lo Shiatsu.
Questa pratica orientale di pressione su punti specifici del corpo non è solo una
tecnica di ribilanciamento energetico per alleviare dolori fisici o stress. È anche un
potente strumento per entrare in contatto con la nostra interiorità, coltivare
empatia e sviluppare gentilezza verso noi stessi e gli altri. Quando riceviamo
Shiatsu, impariamo ad essere presenti nel momento, ad ascoltare il nostro corpo e
a lasciare andare la nostra sofferenza. Questo tipo di consapevolezza ci rende più
ricettivi ai bisogni altrui, aiutandoci a essere più gentili.
Allo stesso modo, praticare Shiatsu ci permette di sviluppare una forma di
gentilezza che parte dal tocco consapevole, un gesto di cura verso l’altro che non
richiede parole, ma trasmette una profonda attenzione e rispetto. Il contatto
fisico, se fatto con cura e consapevolezza, diventa una manifestazione tangibile
di gentilezza.
In conclusione, la gentilezza non è solo un gesto estemporaneo, ma una vera e
propria energia che possiamo coltivare e condividere con gli altri. Che sia
attraverso una parola gentile, un piccolo gesto di aiuto o la pratica dello Shiatsu,
ogni atto di gentilezza contribuisce a creare un mondo più luminoso e armonioso.
E ricordiamo che, proprio come l’energia del fuoco, la gentilezza ha il potere di
riscaldare e trasformare, rendendo il mondo un posto migliore per tutti.