Nella vita quotidiana o in quella professionale ci troviamo continuamente davanti alla necessità di risolvere problemi, e per farlo facciamo ricorso alla nostra intelligenza. Ma siamo sicuri di usarla al meglio ma soprattutto in modo completo?
Gardner, ricercatore di Harvard, nel 1983 teorizzò l’esistenza di più livelli di intelligenza, e definì la cosa “intelligenze multiple”.
In pratica, oltre all’intelligenza linguistico-verbale e quella logico-matematica, che sono le forme più studiate e maggiormente sviluppate in ambito scolastico, saremmo dotati di altre forme che convivono e lavorano contemporaneamente nella comprensione e risoluzione dei problemi.
In particolare saremmo dotati delle seguenti forme di intelligenza:
L’intelligenza linguistica: è la capacità di apprendere e riprodurre il linguaggio, usandolo in maniera appropriata per esprimersi verbalmente e in forma scritta.
Intelligenza logico-matematica: consiste nella capacità di analizzare i problemi in modo logico, eseguire operazioni matematiche, e indagare le questioni scientificamente, grazie al pensiero logico e deduttivo.
Intelligenza musicale: coinvolge l’abilità di comporre, riconoscere e riprodurre modelli musicali, toni e ritmi.
Intelligenza corporeo-cinestetica: quella degli atleti, danzatori, preparatori atletici, è l’abilità di utilizzare il proprio corpo o parti di esso per risolvere i problemi attraverso il coordinamento dei movimenti del corpo.
Intelligenza spaziale: consta nel riconoscere e utilizzare lo spazio e le aree a esso correlate.
Intelligenza interpersonale: è la capacità di comprendere le intenzioni, le motivazioni e i desideri delle altre persone, permettendo in questo modo di lavorare efficacemente anche in gruppo.
L’intelligenza intrapersonale: consiste nell’essere consci dei propri sentimenti e di saperli esprimere senza farsi sopraffare. È, dunque, l’abilità di capire se stessi, individuando le proprie paure e motivazioni. Lo scopo è utilizzare queste informazioni per svolgere una vita volta al raggiungimento di scopi specifici.
Oltre a queste sette nel tempo poi ne sono state osservate altre: quella naturalistica, spirituale, morale e quella esistenziale.
Come detto lo sviluppo di queste varie forme è sostanzialmente lasciato ai vari ambiti nei quali queste si esprimono naturalmente e non è propriamente inquadrato in un progetto pedagogico scolastico complesso.
Se portiamo l’attenzione allo shiatsu e quindi alla relativa formazione , tutte queste forme di intelligenza vengono naturalmente stimolate dal programma di studi, che integra il corpo e la mente in modo evolutivo e dinamico, lavorando su diversi ambiti: da quello corporeo a quello etero-percettivo, e propriocettivo a quello psico-emotivo. Per cui il percorso formativo per diventare un operatore si porta dietro un’esperienza assolutamente ricca di contributi esistenziali e umani, oltre che professionali.
Per parafrasare Edgard Morin, la mente di un operatore shiatsu non sarà una “mente ben piena” di informazioni e istruzioni, in grado di rappresentare la realtà nell’unico modo in cui è stata addestrata a fare, bensì una “mente ben fatta”, dotata cioè di qualità naturali, purtroppo ancora non degnamente promosse, che aiutano a cogliere la specificità nella complessità e la complessità a partire dalla specificità.
Discipline come lo shiatsu diventano quindi preziosi compagni di viaggio, che aiutano a stare al mondo in modo cosciente e salutogenico.
Fonte:
https://www.stateofmind.it/2016/03/intelligenze-multiple-psicologia/